E quando apparirai sul confine rosso dell'orizzonte beneamata agognata immagine non sciogliere i tuoi contorni nei colori dei tramonti.

venerdì 18 aprile 2014

Il viandante e il divoratore di falene. Prefazione di Maddalena Corigliano Bivona

La società odierna ha perso il suo diretto referente: l'uomo.

In effetti, in un contesto sociale divorato dal materialismo ed assuefatto ad esso é quasi difficile parlare di spiritualità come “inizio e fine” dell'essere umano così come viene inteso da Giuseppe Marino nelle sue liriche.

L'uomo, se vogliamo guardare a lui da un punto di vista strettamente cristiano,  è nato da un mirabile intreccio di materia e spirito uscito dalle mani di Dio. E, comunque, al di là di tutte  le teorie ipotizzate, resta inconfutabile, a mio avviso, il suo anelito di spiritualità che lo rende unico in tutto il Creato. Non a caso Oscar Wilde affermava: “Quello che un uomo veramente possiede é quanto ha dentro di sé; quanto ha fuori di sé non dovrebbe avere la benché minima importanza”.
Ma l'uomo di oggi, ripeto a gran voce, ha perso l'uomo; ha perso cioè se stesso, il suo io più profondo e la stessa ragione del suo essere in vita ...

Offenderò le delizie del mio andare
correrò ad ali spiegate contro il tempo

O Verità custodita dagli umani dubbi
la luce risplende vergine e pura
oltre la coltre di grigi contorni.

Già, perché si vive? Anche l'uomo contemporaneo indubbiamente cerca risposte a questa domanda e se si confronta con la realtà circostante deve concludere  che ha barattato il suo spirito per un bene effimero  legato, spesso, alle congetture...

C'era un tempo in cui non eri
al di qua del mare
l'Infinito ... l'Eternità
domandalo all' essere tuo.

Se solo guardiamo al secolo appena trascorso e lo analizziamo da diverse angolazioni (guerre, nazismo, capitalismo, ...) vediamo che non é stato migliore degli altri. E' stato il secolo delle grandi ideologie che volevano  essere esaustive e onnicomprensive ma che invece hanno prodotto morti, distruzioni, inenarrabili sofferenze...

Allora lo sguardo cade sull'orizzonte:
il saggio dolore fruscia nel sole
non lontano dal suo liquefarsi.
Madido di sudore
avvolgerà il tramonto ogni lacrima
in ampolle eterne e redentrici.

In realtà l'uomo ha collocato le ideologie al posto di Dio, ha annullato la sua essenza umana e spirituale determinando i risultati devastanti che  sono sotto gli occhi di tutti. Ecco cosa ha scritto Angelo Amato a proposito: “Prima di un suo significato cristiano, c’è un suo pre significato umano, che pone in risalto lo ‘spirito’ centro animatore di ogni persona umana. Auto comprendendosi come spirito, l’uomo rivela la globalità del suo essere, armonizzando anima e corpo, interiorità ed esteriorità, essere e agire”.

Genialità di arte creativa
Intuizione profonda
Perenne soffio di vita e amore
Arte architettonica dello Spirito Santo
Roveto ardente di fuoco d'amore

Anch'io sono profondamente convinta che l'uomo raggiunga la sua interezza  solo quando fa interagire in maniera armoniosa spirito e corpo. Non si può in effetti prescindere dallo spirito se si vuole vivere in rettitudine e la stessa etica trova i suoi dettami nella  coscienza dell'uomo.

E lo scopo del nostro poeta di richiamare alla spiritualità attraverso la poesia  diviene quasi legittimo, mirato e fa assumere alla poesia stessa un linguaggio di riflessione introspettiva che porta il lettore attento al recupero interiore come momento di riconciliazione con Dio, fine ultimo a cui ogni uomo dovrebbe tendere.
La ricerca di Dio è infatti per Giuseppe Marino appagamento per lo spirito, quiete per l'anima che si rinfranca dal dolore e dalle asprezze della vita nello Spirito consolatore...
Presenza indicibile di carezze
Trasporto a tutto abbracciare
Nascosta centralità del cuore
Effusione tenera e divina.
Ma sappiamo che l'uomo non sempre riesce a superare le contraddizioni. E' più facile per lui il cammino in discesa. In salita per elevare lo spirito ha bisogno di un Essere Supremo, di un Dio che lo accompagni per mano. Un Dio che spesso non viene cercato, invocato: manca il tempo. Un altro elemento che vieta all'uomo moderno di colloquiare con la sua anima e lo rimanda alle parole di Quoist:
Sono uscito, o Signore. Fuori la gente usciva.
Andavano, venivano, camminavano, correvano.
...
Correvano per non perdere tempo.
Correvano dietro al tempo, per guadagnare tempo.
Il poeta fa diventare, quindi, la spiritualità una problematica quanto mai attuale che non può prescindere dalla presenza culturale ed esistenziale del trascendente anche nella vita dell'uomo di oggi...
Mutano i corsi dei tempi
approcci concreti al divenire
uomini antichi in  filigrana
ritornano nelle crepe di Memoria
improvvisando dialoghi da retori oscuri.
E ancora attraverso la lettura dei versi si evince che la sua spiritualità  si nutre di esperienze, di confronti tra morte e limiti, tra natura e bellezza trascendentale...
Davanti al tramonto
il limite dell'uomo.
L'anima soltanto può meravigliarsi
stagliarsi sulle cime dell'estasi.

E ancora:

Forse è nelle stelle il mio destino
raggiante di amore e raro
arido della segreta Bellezza
notte calma e silenziosa
che sveli gli arcani misteri: guarda
è Dio che erra per questo cielo
La sua é ancora una spiritualità che conosce l'importanza della solitudine, del silenzio, del pensare, del meditare ma che va anche alla ricerca dell’altro e resta aperta a Dio, se mai si rivelasse...
Fu nella sera incandescente e afosa
senz' aria e immobile
che il cielo aprì la fornace

E ancora:

Contemplazione inverosimile dell' Oltre.
E dell' Altro. Catarsi. Purificazione. Elevazione.
Sostanzialmente il Marino tende all'arricchimento interiore attraverso la ricerca costante di Dio e lo fa in maniera delicata, sommessa così come traspare dai suoi versi di squisita leggiadria:
Le dolcezze rivelate dal tempo ignaro
dell' amore fugace ma benevolo
sono tracce di mistero
orme spalancate verso l' abisso
orme spalancate verso la luce.
La spiritualità per il nostro poeta è, quindi, essenza del suo essere uomo e dello stesso poetare e rimanda alle parole dello studioso Kees Waaijman : “La spiritualità tocca il nucleo centrale della nostra esistenza umana: la nostra relazione con l 'Assoluto”.
Attraverso le sue liriche (profonde nei contenuti, ricche nelle connotazioni, armoniose nei versi, libere nella punteggiatura per dare maggiore eco alle parole) si fa un vero e proprio viaggio nell' anima. E l'uomo, spesso, ha bisogno anche dell'occasione per fermarsi a meditare e toccare poi la parte più intima di sé.

            Oserei definire  Giuseppe Marino “cantore della spiritualità”.

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